Innovazione e processi hi-tech: Marche prima regione d’Italia


ANCONA Le Marche terra di innovatori. Siamo la prima regione in Italia per la percentuale di imprese che in un triennio hanno svolto attività innovativa declinata sul prodotto o sui processi per realizzarlo. Parliamo del 59% delle aziende, su una media nazionale ferma al 50,9%.

Lo scatto

Una volta tanto, un primato positivo per la nostra economia, emerso da un’analisi dell’Ufficio studi di Confartigianato Marche. Scendendo nel dettaglio, il 30,9% delle imprese regionali ha introdotto almeno un’innovazione che ha riguardato il prodotto, mentre più diffusa è stata l’innovazione nel processo di realizzazione, rilevata nel 50,2% dei casi. Le Pmi si sono dimostrate le più attente all’ambiente nei percorsi innovativi. Circa il 38% delle piccole imprese ha infatti intrapreso azioni a basso impatto ambientale e per il 33,8% l’innovazione si è tradotta in effetti ambientali positivi in fase di produzione. Nel 27,1% dei casi in benefici ottenuti nella fase di consumo e utilizzazione dei beni e servizi.

Le misure

Gli interventi più frequenti hanno riguardato il minor consumo di energia e la riduzione delle emissioni di CO2. A stretto giro arriva la sostituzione di materiali tradizionali con materiali meno inquinanti o pericolosi, la riduzione dell’inquinamento atmosferico, idrico, sonoro e del suolo, riciclaggio dei materiali e dei rifiuti. Ultimo ma non in ordine di importanza, il riciclo dell’acqua e dei prodotti. «Un’elevata propensione all’innovazione da parte delle imprese – il commento del segretario di Confartigianato Marche, Gilberto Gasparoni – genera molti effetti positivi sull’economia. Per esempio, differenzia la gamma produttiva e migliora la posizione competitiva. E le modifiche dei processi produttivi possono generare nuove opportunità occupazionali, soprattutto in segmenti ad elevata qualificazione». La spinta all’innovazione nell’ultimo triennio vede le Marche (al 59%) spuntarla anche su Piemonte (58%,) Liguria (55%,) Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia Romagna (tutte al 52%).





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