arrestato funzionario di banca coinvolto nell’indagine “Casa di Carta”


La guardia di finanza di Como ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di un funzionario di banca accusato di aver favorito una rete criminale dedita a truffe ai danni dello Stato. Il provvedimento, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Monza, prevede anche il sequestro preventivo di oltre 56.000 euro nei confronti dell’indagato. L’arresto rientra nel proseguimento dell’inchiesta “Casa di Carta”, che lo scorso novembre aveva portato alla disarticolazione di un’organizzazione criminale responsabile di frodi per un totale di oltre 13 milioni di euro.

Un sistema di frode basato su società di comodo

L’indagine, condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Como e coordinata dalla Procura di Monza, ha svelato l’esistenza di un’associazione a delinquere specializzata nell’ottenere erogazioni pubbliche attraverso un sistema fraudolento. Il gruppo criminale acquisiva società di comodo, apparentemente in buone condizioni finanziarie grazie a bilanci falsificati e aumenti di capitale simulati. Queste imprese, pur essendo in realtà inattive o prive di merito creditizio, venivano utilizzate per ottenere finanziamenti da istituti di credito con garanzie pubbliche pari all’80% dell’importo richiesto. A facilitare la truffa era anche un’agenzia finanziaria operante a Brescia, che curava l’istruttoria delle pratiche in modo da renderle idonee per l’ottenimento dei prestiti. In cambio, l’agenzia riceveva una percentuale sugli importi erogati.

Il ruolo chiave del funzionario di banca

Gli sviluppi investigativi successivi agli arresti del novembre scorso hanno permesso di individuare il coinvolgimento diretto di un funzionario bancario. L’uomo, sfruttando il suo ruolo, redigeva relazioni false per favorire l’approvazione delle richieste di finanziamento da parte degli organi deliberanti della banca. Per questa attività illecita, percepiva compensi sia tramite bonifici su conti personali sia in denaro contante, per un totale accertato di oltre 56.000 euro.

Misure cautelari e sequestro di beni

Il gip di Monza aveva già disposto l’arresto di 19 persone coinvolte nell’inchiesta con accuse che vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, al riciclaggio e autoriciclaggio, con l’aggravante dei reati transnazionali. Contestualmente, è stato disposto il sequestro di beni per un valore complessivo di 13,8 milioni di euro, corrispondente al profitto illecito dell’organizzazione.



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