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ancora da sciogliere il nodo Zaia


A maggio Salvini l’aveva giurato: “Il prossimo governatore del Veneto sarà della Lega”. Il leader del Carroccio ha ribadito il concetto mercoledì, al termine del Consiglio federale del partito alla Camera: “La priorità nostra è quella di un candidato leghista, certo”, infilando però nel suo discorso un’opzione che può portare ad altre possibilità. “Io continuo a ritenere che negare la possibilità di riscegliere un bravo sindaco o un governatore è un errore” ha detto il vicepremier, aggiungendo che, se non ci sarà alcuna possibilità di un terzo mandato, “il centrodestra si metterebbe al tavolo e farebbe altri ragionamenti”. Una dichiarazione non fatta a caso. “Non ho ancora sentito Giorgia Meloni, però ci vediamo a stretto giro. Appena rientra, ci vediamo tutti insieme per fare il punto”, ha detto ancora Salvini a proposito delle elezioni regionali appena passate. I risultati delle ultime elezioni regionali potrebbero però infatti a delle candidature diverse. E Fratelli d’Italia sta già puntando lo sguardo al Veneto.

Il flop della Lega

Nelle due regioni (Emilia e Umbria) il tonfo della Lega alle elezioni si è fatto sentire. Il flop più grosso in Umbria, dove il partito è passato dal 37% del 2019 al 7,7%, ma i numeri sono stati impietosi anche in Emilia Romagna con un 5,2%, differenza abissale rispetto al 32% delle ultime regionali. Alle luce di questi risultati, Fratelli d’Italia (FdI) si prepara a riorganizzarsi per le prossime sfide elettorali, con particolare attenzione proprio al Veneto. La rappresenta un banco di prova strategico per il partito di Giorgia Meloni, che ambisce a candidare un proprio rappresentante per la presidenza di Palazzo Balbi. I nomi che circolano sono appunto due, quello dell’europarlamentare vicentina Elena Donazzan e  quello del senatore di Pieve di Cadore Luca De Carlo. Ma sulle elezioni regionali venete ci sono ancora due incognite.

Zaia alla fine del ventennio?

La partita veneta si gioca su due fronti principali: da un lato, la definizione della data delle elezioni – previste per settembre 2025, salvo slittamenti alla primavera 2026 – e, dall’altro, il destino politico di Zaia, giunto al termine del terzo mandato e non rieleggibile in assenza di modifiche legislative. Se Zaia non potrà concorrere, FdI potrebbe far valere il proprio peso all’interno della coalizione di centrodestra per proporre un proprio candidato alla guida della regione. La Lega locale, dal canto suo, aspira a mantenere la presidenza della regione, come confermato dal segretario della Lega veneta, Alberto Stefani. Il senatore Raffaele Speranzon, come riporta Andkronos, esclude una nuova candidatura di Zaia, salvo cambiamenti normativi: “Non credo che ci saranno i numeri in Parlamento per aumentare i mandati. Abbiamo grande stima per Zaia, ma se non sarà ricandidabile, si dovrà trovare un accordo tra le forze del centrodestra”.

I possibili candidati del centrodestra

Tra i nomi in lizza spicca quello del senatore Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura del Senato e coordinatore veneto di FdI. Intervistato da Adnkronos, De Carlo sottolinea la necessità di cautela: “Ho sempre detto che è alquanto prematuro parlare di un tema come questo”. Tuttavia, rivendica la crescita del partito in Veneto: “Siamo il primo partito e abbiamo ottenuto la miglior performance nazionale. Alle europee abbiamo guadagnato 5 punti rispetto alle politiche, un dato che ci consente di giocare le nostre carte”.

Un’altra figura in evidenza è l’europarlamentare Elena Donazzan, già assessora nella giunta Zaia. Anche lei, sempre sentita da Adnkronos, si mostra fiduciosa riguardo alla forza del partito: “In Veneto siamo cresciuti come classe dirigente, esiste più di un profilo candidabile. Quando sarà il momento, sceglieremo il nome più adatto per tenere unito il centrodestra”. In questo caso, viene in mente la vicenda politica della sua “rivale” Alessandra Moretti la quale, eletta al Parlamento Europeo, nel 2015 si dimise per candidarsi alla presidenza della regione Veneto. Nel suo caso, sappiamo com’è andata: dopo la sconfitta ritornò a Bruxelles dove tuttora ha una poltrona.

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La scelta condivisa

FdI può contare su un consenso crescente nella regione. Sempre Speranzon ricorda che alle europee il partito ha ottenuto il 37,5% dei voti in Veneto, un risultato senza precedenti: “Non siamo noi a rivendicare il Veneto, ma sono i veneti a indicare con il loro consenso chi li rappresenta”. Nonostante le ambizioni, i tempi per definire un candidato non sono stringenti. “Abbiamo una classe dirigente all’altezza della sfida, e Luca De Carlo è certamente tra i profili più idonei”, conclude Speranzon. La decisione finale sarà frutto di un confronto tra i leader del centrodestra per trovare una sintesi che tenga unita la coalizione. Il futuro del Veneto appare dunque aperto, con FdI pronta a giocare un ruolo da protagonista nella sfida elettorale regionale.



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