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Limitazioni alle compensazioni per carichi superiori a 100.000€


Nuove regole sulle compensazioni per carichi superiori a 100.000€

La normativa introdotta si applica a partire dal 1° luglio 2024 e prevede l’impossibilità di utilizzare la compensazione dei crediti, disciplinata dall’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n.241, qualora il contribuente richieda compensazioni per carichi superiori a 100.000€. Questa misura si configura come uno strumento di controllo più stringente per evitare abusi e assicurare che i debiti fiscali vengano soddisfatti secondo le tempistiche previste.

Tra i principali debiti che concorrono al superamento della soglia dei 100.000 euro rientrano imposte erariali, sanzioni e interessi, incluse somme derivanti da atti di recupero motivati dall’Agenzia delle Entrate. In caso di superamento di questo limite, il contribuente non potrà più utilizzare la compensazione per ridurre l’importo delle somme da versare tramite il modello F24, salvo che non provveda a saldare almeno parzialmente il proprio debito, riducendolo sotto la soglia stabilita.

Cosa si intende per compensazioni per carichi superiori a 100.000€?

Per comprendere meglio l’impatto di queste modifiche è necessario precisare cosa si intenda per “carichi superiori a 100.000 euro“. Nella definizione rientrano tutte le somme affidate all’agente della riscossione, inclusi gli importi derivanti da imposte erariali, contributi previdenziali e premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, a condizione che non siano stati attivati piani di rateazione o che non vi sia una sospensione del pagamento.

L’obiettivo di queste nuove disposizioni è quello di impedire l’uso della compensazione dei crediti in presenza di situazioni debitorie rilevanti, favorendo invece l’adempimento diretto dei debiti da parte del contribuente. Questo approccio mira a garantire una riscossione piùefficiente e a contrastare l’evasione fiscale, particolarmente nei casi in cui i contribuenti cerchino di ritardare indefinitamente il pagamento delle somme dovute.

Condizioni di applicazione ed esempi pratici

Il secondo capitolo della Circolare specifica, inoltre, che l’esclusione dalla compensazione si applica solo nel caso in cui i termini di pagamento dei carichi affidati siano scaduti e non sia presente alcuna sospensione amministrativa o giudiziale. In altre parole, se il contribuente ha in essere un piano di rateazione regolare, per il quale non è intervenuta decadenza, tale piano non concorre al raggiungimento della soglia di 100.000 euro.

Ad esempio, immaginiamo che la società Alfa abbia un debito complessivo di 150.000 euro relativo a imposte erariali. Se tale debito è oggetto di una rateazione concessa dall’agente della riscossione e le rate sono state regolarmente pagate, Alfa potrà continuare a utilizzare la compensazione dei crediti maturati. Tuttavia, se la società omette il pagamento di otto rate consecutive, decade automaticamente dal beneficio della rateazione e l’intero importo residuo torna a contribuire al raggiungimento della soglia limite di 100.000 euro.

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Eccezioni: INPS e INAIL

Una delle importanti eccezioni a questa nuova disposizione riguarda i crediti maturati nei confronti dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (INPS) e dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL). Nonostante il superamento della soglia di 100.000 euro, i crediti previdenziali e assicurativi potranno comunque essere utilizzati in compensazione, garantendo così una certa flessibilità per i datori di lavoro e gli autonomi iscritti alle rispettive gestioni.

Questo aspetto rappresenta un bilanciamento fondamentale per evitare che le aziende e i professionisti vengano completamente privati della possibilità di ridurre i propri oneri tramite compensazione, soprattutto in un contesto economico ancora segnato da difficoltà finanziarie e di liquidità.

Obblighi per i contribuenti e Controlli

Con l’introduzione di queste nuove regole, l’Agenzia delle Entrate assume un ruolo centrale nel controllo delle compensazioni effettuate. Come indicato nella Circolare, l’Agenzia può sospendere l’esecuzione delle deleghe di pagamento fino a trenta giorni per verificare la correttezza dell’utilizzo del credito. Durante questo periodo, se il credito risulta non utilizzabile in compensazione, la delega di pagamento non viene eseguita, e i versamenti e le compensazioni indicati si considerano non effettuati.

In pratica, questo significa che i contribuenti dovranno essere estremamente diligenti nel verificare la propria posizione debitoria prima di procedere con la presentazione di modelli F24 che includano crediti in compensazione. Una scarsa attenzione in questo ambito potrebbe tradursi in ritardi o in ulteriori sanzioni da parte dell’amministrazione fiscale.

Ripristino della facoltà di compensazione per carichi superiori a 100.000€

Il divieto alla compensazione può essere rimosso una volta che il contribuente riduce il proprio debito a un importo inferiore alla soglia di 100.000 euro. Questo può avvenire sia tramite il pagamento diretto delle somme dovute, sia attraverso l’attivazione di un piano di rateazione che sia rispettato senza decadenze.

Inoltre, in linea con quanto previsto dall’articolo 31, comma 1, del decreto-legge n.78 del 2010, è ammesso il pagamento anche parziale delle somme iscritte a ruolo per imposte erariali mediante compensazione dei crediti relativi alle stesse imposte. Questo significa che i contribuenti potranno ancora avvalersi della compensazione dei crediti maturati, a condizione che vengano utilizzati per saldare debiti della stessa natura.

Ad esempio, se l’impresa Beta ha un debito per imposte dirette pari a 120.000 euro, ma possiede un credito di 30.000 euro per la stessa tipologia di imposta, potrà utilizzare il credito per ridurre il debito sotto la soglia dei 100.000 euro e ripristinare così la facoltà di avvalersi delle compensazioni.

Un nuovo approccio alla riscossione dei tributi

Le nuove disposizioni introdotte dalla Circolare n.16/E rappresentano un cambiamento importante per il sistema fiscale italiano, finalizzato a rafforzare l’efficacia della riscossione dei tributi e a contrastare fenomeni di evasione e abuso delle compensazioni. L’introduzione di una soglia limite per l’utilizzo della compensazione dei crediti mira a garantire che i contribuenti con situazioni debitorie rilevanti non possano sfuggire alle proprie responsabilità fiscali tramite meccanismi di compensazione automatica.

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Allo stesso tempo, le eccezioni previste per i crediti INPS e INAIL mostrano una volontà di bilanciare l’esigenza di garantire entrate sicure per lo Stato con la necessità di non penalizzare eccessivamente le aziende e i lavoratori autonomi che operano nel rispetto delle regole. La possibilità di ripristinare la facoltà di compensazione riducendo il debito sotto la soglia di 100.000 euro offre inoltre uno strumento di recupero per quei contribuenti che, sebbene in difficoltà, desiderano rimettersi in regola.

Questa nuova normativa richiede, senza dubbio, un maggior livello di attenzione da parte dei contribuenti, che dovranno monitorare con precisione la propria posizione debitoria e adottare tutte le misure necessarie per evitare di superare la soglia critica. Tuttavia, rappresenta anche un passo avanti verso una maggiore equità e trasparenza nel sistema fiscale, con l’obiettivo ultimo di garantire che chi ha debiti con l’erario contribuisca secondo quanto dovuto, senza aggirare le proprie responsabilità attraverso meccanismi elusivi.

In definitiva, la Circolare n.16/E del 2024 potrebbe segnare l’inizio di un nuovo approccio alla gestione delle compensazioni fiscali in Italia, con un sistema che premia la regolarità e penalizza i tentativi di sfuggire agli obblighi fiscali. Sarà fondamentale, per aziende e professionisti, adattarsi prontamente a queste nuove regole per evitare complicazioni e per contribuire attivamente alla stabilità del sistema tributario nazionale.



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